Il ritorno di Giuseppe
Stelle, già dal tramonto,si contendono il cielo a frotte,luci meticolosenell'insegnarti la notte.Un asino dai passi uguali,compagno del tuo ritorno,scandisce la distanzalungo il morire del giorno.
Ai tuoi occhi, il deserto,una distesa di segatura,minuscoli frammentidella fatica della natura.Gli uomini della sabbiahanno profili da assassini,rinchiusi nei silenzid'una prigione senza confini.
Odore di Gerusalemme,la tua mano accarezza il disegnod'una bambola magra,intagliata del legno."La vestirai, Maria,ritornerai a quei giochilasciati quando i tuoi annierano così pochi."
E lei volò fra le tue bracciacome una rondine,e le sue dita come lacrime,dal tuo ciglio alla gola,suggerivano al viso,una volta ignorato,la tenerezza d'un sorriso,un affetto quasi implorato.
E lo stupore nei tuoi occhisalì dalle tue maniche vuote intorno alle sue spalle,si colmarono ai fianchidella forma precisad'una vita recente,di quel segreto che si svelaquando lievita il ventre.
E a te, che cercavi il motivod'un inganno inespresso dal volto,lei propose l'inquieto ricordofra i resti d'un sogno raccolto.