Il sogno di Maria
-Nel grembo umido, scuro del tempio,l’ombra era fredda, gonfia d’incenso;l’angelo scese, come ogni sera,ad insegnarmi una nuova preghiera:poi, d’improvviso, mi sciolse le manie le mie braccia divennero ali,quando mi chiese -"Conosci l’estate?"io, per un giorno, per un momento,corsi a vedere il colore del vento.
Volammo davvero sopra le case,oltre i cancelli, gli orti, le strade;poi scivolammo tra valli fiorite,dove all’ulivo si abbraccia la vite.Scendemmo là, dove il giorno si perdea cercarsi da solo nascosto tra il verde,e lui parlò come quando si prega,ed alla fine di ogni preghieracontava una vertebra della mia schiena.
Le ombre lunghe dei sacerdoticostrinsero il sogno in un cerchio di voci.Con le ali di prima pensai di scapparema il braccio era nudo e non seppe volare;poi vidi l’angelo mutarsi in cometae i volti severi divennero pietra,le loro braccia profili di rami,nei gesti immobili di un’altra vita,foglie le mani, spine le dita.
Voci di strada, rumori di gente,mi rubarono al sogno per ridarmi al presente.Sbiadì l’immagine, stinse il colore,ma l’eco lontana di brevi paroleripeteva d’un angelo la strana preghieradove forse era sogno, ma sonno non era."Lo chiameranno figlio di Dio",parole confuse nella mia mentesvanite in un sogno, ma impresse nel ventre.-
E la parola ormai sfinitasi sciolse in pianto,ma la paura dalle labbrasi raccolse negli occhisemichiusi nel gestod’una quiete apparenteche si consuma nell’attesad’uno sguardo indulgente.
E tu, piano, posasti le ditaall’orlo della sua fronte:i vecchi quando accarezzanohanno il timore di far troppo forte.