La lettera
Così ti scrivo delle spiagge di silenzioperdute in questo oceano di città vagantie piango anch'io dal cuore lacrime in cementoe ho fiori secchi fra i capelli, ancora tanti.
A volte il tuo ricordo mi riporta il marequi sopra il tavolo e ci intingo la mia pennaper farmi forza e dirti che va tutto beneche la felicità mi ha dato solo qualche sberla
Va bene sì, va bene il lampo che non tuona,e questa città di lampadine sui desertiva bene il tango della morte ad ogni orama non seppellite le mie stelle ad occhi aperti!
Mia cara madre sai da quanto non ti vedo...ridi ancora come ridono i limoni?Ho pianto la mia giovinezza e qui speravodi farmi un altra vita e uomini più buoni.
I sogni vanno come piccole favillee il fuoco della vita un po' si spegne lentoquaggiù in città ci sono mille meravigliepero nessuna cambia il mio dolore in vento
Quel vento forte che fa camminare ancorale mie speranze verso un mondo più felice,un mondo senza tante storie di paurae cacciatori ad ogni volo di pernice
Va bene sì, va bene il lampo che non tuona,e questa città di lampadine sui desertiva bene il tango della morte ad ogni orama non seppellite le mie stelle ad occhi aperti!