L'ultima mano
Apro la porta piano piano e cammino lentamente per non svegliare teMa poi mi accorgo che sul letto c’è soltanto un foglio in cui mi dici cheChe tu non ci sei più e non ritorni più…
Riesco a ricordare lentamente l’ultima frase che mi hai detto e…Che era tanto tempo che aspettavi di passare una serata con meE mi è venuto da piangere perché son riuscito a perdere, la vera vita da vivere
E mentre dentro me bruciava un fuoco ardente ti ho cercataMa di te non c’era già più niente,allora sono uscito come un pazzo, ho bevuto, ho camminatoho ripensato a tutto quello che mi prende quando io non riesco a vedere più nientetranne la voglia di sfidare la sorte di sentirmi un vincente un perdente vabbé…non riesco neanche ad ascoltare le parole di un amico importanteche ha già vissuto questa malattia sulla sua pelle e che sa tutto di me
Ricordo che piangevi, mi parlavi e la tua mano cercava me,che indifferente da ogni lacrima che versavi pensavo a tutt’altro tranne chestavo per perdere te, ma questa volta per sempre…Ricordo tutte quelle scuse che inventavo pur di uscire per andare solo ad accumulare sconfitteRicordo quella notte in cui mi sono ritrovato di fronte alla mia fossa già scavataE ho ripensato a tutto quello che mi prende quando non vedo più nientetranne la voglia di sfidare la sorte di sentirmi un vincente un perdente vabbé…non riesco neanche ad ascoltare le parole di un amico importanteche ha già vissuto questa malattia sulla sua pelle e che sa tutto di me…
L’ultima mano per me, l’ultima mano per me,che non ho niente da perdere, non ho più niente da perdere