L'uomo di Bagdad il cowboy e lo zar
Strano questo sogno:ero in una cittàdal palazzo di vetro esce un cowboydal fiume Volga arriva lo zarl'uomo di Bagdad prese in pugno tutta la cittàfacendo finta di niente, prese la città
Là sulla piazza sono in treognuno vuole diventare Requei tre hanno l'odio nel cuor che mai succederà
È un'ora di paurae la gente lo sac'è chi piange con me poiché il domani tuo lo decidonosolo quei tre.
Fredde facce di cerache non parlano piùin quel triangolo c'è la nostra vita che...oscilla appesa, appesa al cuore dei tre.
L'uomo di Bagdad punta il cannone dritto sul cowboye c'è una lunga lama che brilla in mano dello zar...e la pistola del cowboyha completato quella scena a tre... chissà...chissà se domani per noi il sole splenderà...
È un'ora di puntama la gente non sa:se è meglio avere paura delle armi chimicheo di chiuder l'auto nel box
Forse è meglio crepareche a piedi restarchi piangeva con me ora pregando stàche si avvicini l'ora di sparar
L'uomo di Bagdad non ha più nessuna via d'uscita ormaile bombe di tutto il mondo sono su di luinon ha più niente da mangiare liberare deve la cittàse vuole che il popolo suo si salvi insieme a lui.
Strano questo sognosembra un incubo mama ho paura che risvegliandomipoi mi spaventi ancora di più.
Di gioia piange la gentelibera è la cittàle armi chimiche sono distrutte ormaie i pozzo neri tornano a fiorir.
Tutto il modo felice e contento ora può tornars risucchiare il petrolio dell'arabica cittàda cui ritorna sgorgarl'inquinamento per l'umanità si sacosì più nessuno di noi a piedi resteràperché ognuno con la sua auto al cimitero andràe sarà questa la vera "terza guerra mondiale".