China Town
1«Potrei definirla come la mia prima ballad.È una canzone d’amore per l’inchiostro e per la scrittura.Se ne sta lì, nero su bianco, come il quadrato di Malevič.»2
Non è la fede che ha cambiato la mia vita,ma l’inchiostro, che guida le mie dita, la mia mano, il polso.Ancora mi scrivo addosso, amore corrisposto,scoppiato di colpo come quando corri Boston.3Non è la droga a darmi la pelle d’oca,ma pensare a Mozart, in mano la penna d’oca,là sullo scrittoio a disegnare quella nota,fa la storia senza disco né video né social.4Valium e Prozac non mi calmano,datemi un calamo, o qualche penna su cui stampano il nome di un farmaco.5Solo l’inchiostro cavalca il mio stato d’animo, chiamalo ippo-talamo,6lo immagino magico, tipo Dynamo.7Altro che Freud, ho un foglio bianco,per volare alto lo macchio come l’ala di un albatro.8Per la città della china mi metto in viaggio, da bravo,pellegrinaggio, ma non a Santiago, vado a China Town.9
Vago dagli Appennini alle Ande,nello zaino i miei pennini e le carte,10dormo nella tenda come uno scout,scrivo appunti in un diario senza web layout.11China Town, il luogo non è molto distante,l’inchiostro scorre al posto del sangue,basta una penna e rido come fa un clown,a volte la felicità costa meno di un pound.12
È China Town: il mio Gange, la mia Terra Santa, la mia Mecca,13il prodigio che dà voce a chi non parla, a chi balbetta.Una landa lontana come un amico di penna,dove torniamo bambini come in un libro di Pennac.14Lì si coltiva la pazienza degli amanuensi,l’inchiostro sa quante frasi nascondono i silenzi,d’un tratto esplode come un crepitio di mortaretti,come i martelletti dell’Olivetti di Montanelli.15Le canne a punta cariche di nerofumo,il vizio di chi stende il papiro come uno scriba egizio.16Questo pezzo lo scrivo, ma parla chiaro,nell’inchiostro mi confondo, tipo caccia al calamaro.Sono Colombo in pena che se la remanell’attesa di un attracco nella rena,17salto la cena, scende la sera, penna a sfera sulla pergamena,ma non vado per l’America, sono diretto a China Town.
Vago dagli Appennini alle Ande,nello zaino i miei pennini e le carte,dormo nella tenda come uno scout,scrivo appunti in un diario senza web layout.China Town, il luogo non è molto distante,l’inchiostro scorre al posto del sangue,basta una penna e rido come fa un clown,a volte la felicità costa meno di un pound.
È con l’inchiostro che ho composto ogni mio testo,ho dato un nuovo volto a questi capelli da Billy Preston.18E il prossimo concerto, spero che arrivi presto,entro sudato nel furgone, osservo il palco spento, lo lasciò lì dov’è,dal finestrino il film è surreale, da Luis Buñuel,19arrivo in hotel (e) la stanza si accende,è quasi mattino, c’è sempre una penna sul comodino.
China Town, il luogo non è molto distante,l’inchiostro scorre al posto del sangue,basta una penna e rido come fa un clown,a volte la felicità costa meno di un pound.