Gianmaria Testa "Sottosopra" testo

Sottosopra

Molto di più della terra sotto i piediQui mi mancano le voci e la cittàE poi mi manchi tu che non ti vedo piùDa quando sono qua

Siamo saliti prima che finisse il turnoSopra il tetto della fabbrica a guardareSe dall’alto si vedesse finalmenteChi ci ha fatto licenziare

Il primo giorno se n’è andato quasi in frettaNoi di sopra e gli altri sotto a questionareMa di chi sono quelle facce sopra il tettoE che cos’hanno da guardare

Poi è arrivata sventolando la volanteE un bambino ha salutato da un balconePrima che facesse notte si è piazzataLa televisione

No, non scendoE non mi tira giùNeanche la tivùNo, non scendoE vacci pure tuDavanti alla tivù

Come passanti quando all’improvviso pioveStipati all’unico riparo di un portoneQuelli di sotto si schiacciavano davantiAll’occhio della trasmissione

-Io sopra il tetto ci ho rimasto anche un parente--Per me la colpa è la delocalizzazione-Tutti volevano il microfono per dire qualche cosaAlla televisione

E mentre il buio si calava per le stradeE sui cancelli e le ringhiere di TorinoE si era spenta anche la luce del balconeDove c’era quel bambino

Io per un attimo ho creduto di vedertiIn mezzo agli altri sotto a solidarizzarePerò non eri tu e son rimasto suSul tetto a bivaccare

No, non scendo…

Sono passati giorni e notti da quel giornoE per la strada tutto torna a circolareSolo ogni tanto c’è qualcuno che alza gli occhiE mi guarda guardare

Anche i compagni sono andati e li capiscoNon era mica così facile restareSe c’è qualcuno che ti aspettaSe hai qualcuno da potergli raccontare

Così da solo adesso guardo per mio contoE non m’importa più di scendere o tornareE non m’importa più nemmeno di sapereChi mi ha fatto licenziare

Passano i giorni tutti uguali e non li contoTolgano il fiato a chi li insegue da vicinoIo di per me rimango qui e mi accontentoDi parlare col bambino.

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